Cicatrici e cheloidi: cosa sono e come si manifestano sulla pelle

Ogni volta che la cute viene ferita, si innesca un meccanismo di cicatrizzazione che porta alla formazione di cicatrici e cheloidi. Si tratta di una reazione abbastanza comune, dovuta per esempio ad una lesione, un’operazione chirurgica oppure alle conseguenze dell’acne.

Quando la pelle viene danneggiata a causa di una ferita, il nostro organismo inizia a riparare il danno dovuto dalla perdita di tessuto. Non riuscirà a riprodurre una cute con le stesse caratteristiche di quella originale, ma produrrà un tessuto cicatriziale con consistenza, colore, spessore e sensibilità differenti rispetto alla cute sana. 

In questo percorso di guarigione naturale, normalmente, si forma una cicatrice che lascia una traccia sulla cute che, solitamente, con il tempo, migliorerà e guarirà. 

Il processo di rigenerazione epiteliale inizia con una cicatrice evidente e arrossata; si passa poi, circa dopo 7 giorni, alla chiusura della ferita grazie all’azione delle cellule cutanee che si rigenerano per rimarginare il taglio. Infine, dopo un’altra settimana circa, le cellule proseguono nella loro azione di rimodellamento e riparazione del danno dovuto alla perdita del tessuto. 

Non tutte le cicatrici sono uguali e non tutte tenderanno a sparire. Quando il danno è superficiale, per esempio, la cute tende a rigenerarsi in tempi più rapidi e in modo completo. Se invece le ferite sono più profonde, causate per esempio da un’operazione, lasciano una cicatrice visibile più a lungo.

Cicatrici: ad ognuna il suo nome 

Le cicatrici non sono tutte uguali. Hanno cause diverse e si presentano con determinate caratteristiche. Nello specifico si possono ricordare le cicatrici: 

  • piatte: sono le più comuni. Si presentano lisce al tatto, non sono molto profonde e con il passare del tempo sbiadiscono fino quasi a scomparire;
  • ipertrofiche: più gonfie e rosse alla vista, possono causare prurito e sensazioni leggermente dolorose;
  • depresse/atrofiche: sono spesso conseguenza di acne e varicella; si presentano con una forma circolare e, nelle prime fasi, sono rosse, gonfie e talvolta dolenti;
  • cheloide: è la più difficile da trattare, ma non è molto comune. Si tratta di un nodulo dal colore rossastro che si presenta attorno alla ferita (sia che sia dovuta a lesione o intervento chirurgico) anche dopo mesi. Tende ad espandersi andando ad alterare l’aspetto funzionale ed estetico della persona. 

Tutte le cicatrici, anche quelle più deboli, lasciano un segno sulla pelle e, a volte, causano prurito o un leggero dolore. Per questo, capire il tipo di cicatrice è fondamentale al fine di accelerare la naturale guarigione ed aiutare il mantenimento della terapia prescritta dal medico applicando, per esempio, un prodotto cicatrizzante che stimoli il processo di riparazione della cute.

cicatrici normon lg

Cicatrice ipertrofica: come riconoscerla

La cicatrice ipertrofica è spessa, sollevata dalla pelle, talvolta arrossata. Si presenta come risultato di una risposta anomala della produzione di collagene a seguito di trauma della pelle, come una ferita, un’ustione o un intervento chirurgico. 

Quando la pelle mostra una cicatrice ipertrofica è meno elastica e flessibile, con una limitazione del movimento dell’area interessata. Pur rimanendo entro i confini della ferita (non si espande come i cheloidi), questa tipologia di cicatrice appare più sollevata e rossa nella fase iniziale. Avrà la tendenza a sbiadire con il passare del tempo, con una regressione completa dopo circa 6 mesi o persino 3 anni.

Solitamente si presenta su braccia, spalle, collo e può essere fastidiosa perché causa prurito e, seppur raramente, anche dolore. Per accelerare il processo di guarigione è possibile rivolgersi alla chirurgia, all’utilizzo del laser oltre che l’applicazione di creme specifiche ad azione riducente.

È dunque un’anomalia delle cicatrici, ma si differenzia dai cheloidi perché questi ultimi – a  differenza delle cicatrici ipertrofiche – si estendono oltre i margini della ferita, con una forma che ricorda quasi la chela di un granchio (da qui anche il nome). Sono causati da una produzione eccessiva di collagene – la proteina che aiuta la pelle a rimarginarsi più in fretta – e possono sorgere anche dopo molti mesi dalla ferita. Per fortuna sono molto rari.

Cicatrice depressa: se l’acne ne è la causa

Tra le diverse tipologie di cicatrici, quelle depresse tendono a manifestarsi sotto il livello naturale della cute con piccoli rigonfiamenti circolari ed irregolari che si estendono sulla pelle. Sono visibili ad occhio nudo e si formano perché la pelle non riesce a produrre il tessuto connettivo necessario per coprire ogni strato che è stato interessato alla lesione. 

Tra le cause più comuni di cicatrice depressa c’è l’acne che, soprattutto nei tipi di pelle grassa a tendenza acneica, può arrivare a creare le lesioni cutanee come reazione antinfiammatoria all’azione dei microbi. In questi casi la pelle, quando reagisce all’acne, non riesce a produrre la quantità di collagene di cui ha bisogno per la riparazione naturale della cute, lasciando così alcune piccole cicatrici nella zona precedentemente infiammata.

L’area più colpita da questo processo, solitamente, è il viso. 

Le cicatrici depresse possono sbiadire con il tempo, ma non migliorano né scompaiono. Si  possono trovare dei risvolti positivi grazie all’utilizzo del laser o con il coinvolgimento della chirurgia estetica. Anche tecniche che stimolano la rigenerazione dei tessuti e del collagene (come il dermarolling) o che utilizzano la pratica dell’esfoliazione con acidi (peeling chimici) hanno un buon grado di successo per la riduzione delle cicatrici.

In ogni caso, al primo segnale di comparsa dell’acne, è sempre consigliata la prevenzione medica dermatologica sia per individuare la giusta terapia che per evitare il peggioramento degli inestetismi.

Prevenzione e riduzione delle cicatrici

La cicatrice è la naturale risposta della pelle ad una lesione o ad un trauma. Anche se la pelle, a fronte di una piccola lacerazione, è in grado di ricostruirsi da sola, un giusto monitoraggio della ferita è l’ideale per evitare la formazione di inestetismi cutanei e di cicatrici non corrette. 

Ci sono situazioni in cui è possibile agire preventivamente. In caso di acne, per esempio, una diagnosi dermatologica tempestiva può essere essenziale per evitare la formazione di cicatrici depresse, che possono avere risvolti negativi anche in termini estetici.

Anche per la riduzione delle cicatrici si può intervenire, seppur in secondo tempo, aiutando la cute a stimolare e regolarizzare il fisiologico turn-over cellulare. In questo modo si può ridurre la permanenza di questi segni sulla propria pelle.

Per un piano di prevenzione completa e per il mantenimento delle terapie prescritte dal medico si consiglia l’utilizzo e l’applicazione della crema per cicatrici e cheloidi della linea Idratazione e Protezione di Normon. Un prodotto riepitelizzante specifico per la prevenzione e la protezione di esiti cicatriziali e che può essere utilizzato a scopo rigenerativo e normalizzante dell’epidermide. Ideale per chi ha subito interventi dermatologici, estetici e medici sia in passato che da poco tempo.

La linea comprende una crema per cicatrici ad azione riepitelizzante e fotoprotettiva, che stimola e regolarizza il fisiologico turn-over cellulare con azione levigante e riducente per le cicatrici ipertrofiche e depresse e cheloidi.